Storia, tipi e compatibilità

Il gruppo sanguigno è una classificazione del sangue basata su presenza o assenza di determinate sostanze antigeniche ovvero proteine, carboidrati o lipidi specifici sulla superficie dei globuli rossi.
Quindi un insieme di diversi antigeni superficiali formano un sistema di gruppi sanguigni.

Tali definizioni ti sembrano un pochino complicate?
Niente paura, cerchiamo di capire insieme cosa sono questi elementi specifici e la loro infinita importanza!

Le tipologie di gruppi sanguigni

Le sostanze che troviamo sui globuli rossi (gli antigeni) si comportano come delle sentinelle che captano l’ingresso di presenze non autorizzate e, di conseguenza, determinano delle reazioni immunitarie.
Quando ciò avviene, gli antigeni stimolano la produzione di anticorpi in grado di legarsi (agglutinarsi) ed eliminare i nemici estranei!

Pertanto, secondo il tipo di elementi presenti sui globuli rossi, si determinano i quattro gruppi sanguigni: A, B, AB e 0.
Quest’ultimi sono caratterizzati dalla presenza o assenza degli antigeni A e B.

  1. 0 non ha alcun antigene sulla membrana dei globuli rossi
  2. A possiede l’antigene A
  3. B è caratterizzato dalla presenza dell’antigene B
  4. AB presenta entrambi gli antigeni.

L’appartenenza a un determinato gruppo sanguigno caratterizza l’esistenza di ogni individuo: è geneticamente determinato alla nascita e presenta contributi da entrambi i genitori.

Ai giorni nostri queste e altre informazioni sono scontate ma, in passato, non è stato affatto così!
Facciamo un salto indietro nel tempo per conoscere i primi studi a riguardo.

La scoperta scientifica

Già dal XVII secolo venivano praticate trasfusioni di sangue ma, non disponendo dei dati essenziali sulla sua struttura, gli effetti non erano quelli sperati.
Molto spesso, invece di aiutare il paziente, si causava addirittura la sua morte!
Anche perché non si conoscevano le pericolose reazioni di incompatibilità tra soggetti con gruppi sanguigni differenti.

La svolta si ebbe nel 1901 grazie agli studi del biologo e fisiologo Karl Landsteiner.
Lo scienziato dimostrò che non tutti gli individui hanno lo stesso tipo di sangue e che ne esistono quattro diversi esemplari.
Ciò che li caratterizza è la presenza o assenza di specifiche sostanze (agglutinogeni) sui globuli rossi di ogni soggetto.
Questa significativa informazione si rivelò fondamentale in medicina e valse al suo scopritore il premio Nobel.

Nel 1940 il Dott. Landsteiner con l’aiuto dell’immunologo Alexander Wiener individuarono anche l’esistenza del fattore sanguigno Rhesus (RH).
Quest’ultimo è un altro agglutinogeno molto importante, in quanto rappresenta il fattore fondamentale per determinare la specifica compatibilità tra i gruppi sanguigni.

Cerchiamo di comprendere meglio la sua rilevanza.

Il fattore Rh

I quattro gruppi sanguigni si dividono ulteriormente in due categorie, proprio per il fattore Rhesus che indica l’esistenza del particolare antigene Rh sulla membrana dei globuli rossi.
Quest’ultimo può essere Rh+ o Rh- in base alla presenza o meno di tale proteina:

  • l’85% dei soggetti che possiede questo agglutinogeno è Rh positivo
  • il restante 15% che ne è privo è Rh negativo.

A differenza di quanto accade per i gruppi sanguigni A, B e 0 un individuo Rh- non ha nel sangue gli anticorpi per il fattore Rh+ che si formano non appena il paziente riceve una donazione di sangue Rh positivo.
Questo processo è molto lento e non causa subito problemi.
Le complicazioni insorgono nel caso di una seconda trasfusione da un donatore incompatibile perché l’emoglobina sarà già ricca di anticorpi anti-Rh che andranno ad aggredire i globuli rossi trasfusi!

Per questo motivo chi possiede il tipo 0 Rh- può rifornire qualsiasi gruppo, sia positivo sia negativo, infatti è definito donatore universale!
Non a caso gli ospedali, oltre a mantenere tutte le tipologie di riserve sanguigne, mirano ad avere sempre un’ingente scorta di sacche 0 Rh- da utilizzare quando non si conosce il gruppo del paziente e non si ha tempo di effettuare le analisi (come nel caso di persone coinvolte in gravi incidenti con significative emorragie).


Altro dato rilevante è che i soggetti AB+ possono donare solo a quelli AB+ ma hanno la possibilità di ricevere sangue da qualsiasi gruppo (sia positivo che negativo), difatti sono definiti ricevitori universali!

Dopo aver compreso tutte queste dettagliate dinamiche, scopriamo insieme il corretto iter trasfusionale.

Le trasfusioni di sangue

Prima di procedere a un prelievo si accerta, attraverso un apposito esame, della tipologia  sanguigna di donatore e ricevente in modo tale da stabilirne la compatibilità.

Di fatto se il sangue del donatore non risultasse consono, i suoi globuli rossi – non appena entrano nella circolazione del ricevente – si ammassano (a causa delle agglutinine presenti) determinando un grave pericolo per la vita di chi lo riceve!

Ecco perché le compatibilità sanguigne sono fondamentali!
Analizziamole nello specifico.

  • 0 Rh-: considerata l’assenza di antigeni e del fattore Rhesus sui globuli rossi, questo tipo di sangue può essere donato a persone di qualunque gruppo.

  • 0 Rh+: il fattore Rhesus positivo limita la donazione esclusivamente a persone con  lo stesso Rh, a prescindere dal gruppo sanguigno.
    Questi soggetti possono ricevere sangue soltanto del tipo 0 (Rh+ o Rh-).

  • A Rh-: la presenza dell’antigene A rende possibile la donazione a soggetti del tipo A o AB e può ricevere sangue solo dal gruppo A Rh- o 0.

  • A Rh+: può donare sangue a persone A+ o AB+ e riceverne da 0+, 0-, A+ e A-.

  • B Rh-: la presenza dell’antigene B permette la donazione solo al tipo B e AB.
    I soggetti con questo tipo di sangue possono riceverne soltanto dal gruppo 0- o B.

  • B Rh+: può donare sangue a B+ o AB+ e riceverne da 0 o B, a prescindere dal fattore Rhesus.

  • AB Rh-: considerata la presenza di entrambi gli antigeni sui globuli rossi, è possibile donare soltanto al tipo A.
    In questo caso, la mancanza di agglutinine consente di ricevere sangue da tutti i gruppi con fattore Rhesus negativo.

  • AB Rh+: può donare solo a soggetti con sangue AB+ ma può riceverne da tutti i gruppi, a prescindere dal fattore Rhesus.

A seguire questa pratica tabella con la compatibilità tra gruppi sanguigni

Gruppo sanguigno donatoreGruppo sanguigno ricevente
0-0-,0+,A-,A+,B-,B+,AB-,AB+
0+0+,A+,B+,AB+
A-0-,A-,A+,AB-,AB+
A+A+,AB+
B-B-,B+,AB-,AB+
B+B+,AB+
AB-AB-,AB+
AB+AB+

Diffusione dei gruppi sanguigni

I gruppi sanguigni non sono tutti diffusi in modo omogeneo: alcuni sono parecchio frequenti, altri molto rari.
Perdipiù le informazioni ricavate dipendono dalle origini territoriali delle popolazioni che si prendono in considerazione.

In Italia, ad esempio, il tipo 0 è quello più rappresentato, seguito dai gruppi A, B e infine AB.
Guardando al fattore Rhesus, invece, si osserva una netta preponderanza di Rh+ rispetto a Rh-.

Nel complesso queste proporzioni sono vere in Italia e in Europa ma, esaminando i valori delle popolazioni asiatiche e indiane, si nota una netta prevalenza di antigeni del tipo B e di quello 0.

Si è scoperto, inoltre, che il gruppo sanguigno più raro è quello AB Rh- ed è anche quello più recente nell’evoluzione umana.
Si stima che meno del 2% della popolazione mondiale appartenga a questa tipologia, a differenza del gruppo sanguigno 0 Rh+ che invece è il più comune.

Arrivati a questo punto, ti saranno chiare le dinamiche riguardo trasfusione, compatibilità e diffusione dei gruppi sanguigni.
Per ogni ulteriore dubbio o incertezza passa a trovarci al nostro punto di raccolta, ti informeremo in modo completo e risponderemo a ogni tua domanda!